L’utilizzo di antiparassitari, sia in ambito agricolo che domestico, è ormai prassi comune per contrastare infestazioni di insetti, funghi e altri organismi dannosi. Tuttavia, la crescente diffusione di questi prodotti ha portato all’attenzione pubblica i possibili rischi legati a specifiche sostanze chimiche in essi contenute, alcune delle quali possono risultare particolarmente pericolose per la salute umana e animale.
Antiparassitari e rischi per la salute: panoramica delle evidenze scientifiche
Negli ultimi decenni, numerosi studi scientifici hanno approfondito gli effetti dei pesticidi e degli antiparassitari sull’organismo. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha classificato alcune tra queste sostanze, come il glifosato, il malathion, il diazinon e il parathion, come possibili o probabili cancerogeni per l’uomo. L’esposizione cronica a dosi anche minime può comportare effetti su diversi organi e sistemi, in particolare:
- Alterazioni genetiche ed epigenetiche: cambiamenti trasmissibili che possono influenzare l’espressione dei geni senza modificarne la sequenza.
- Interferenza endocrina: alcuni pesticidi interferiscono con il sistema ormonale, provocando squilibri che possono portare a disfunzioni tiroidee e alterazioni nella fertilità.
- Stress ossidativo e stress del reticolo endoplasmatico: condizioni che danneggiano cellule e tessuti, predisponendo allo sviluppo di patologie croniche.
- Perturbazione della conduzione neuronale e alterazione dell’attività enzimatica (ad esempio, l’inibizione dell’acetilcolinesterasi): questi effetti, comuni nei prodotti organofosforici, possono causare disturbi neurologici e cognitivi.
Tra i gruppi chimici di antiparassitari considerati più rischiosi si annoverano gli insetticidi clorurati (come lindano e dieldrin), le triazine (atrazina, simazina), i fungicidi vinclozolin, gli imidazoli e altri composti con attività di “interferenti endocrini” .
Sostanze particolarmente pericolose: focus su glifosato e tetraclorvinfos
Fra le sostanze finite sotto esame delle autorità sanitarie emerge il glifosato, impiegato largamente come erbicida. Secondo un recente rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, il glifosato sarebbe stato associato a un probabile aumento del rischio di linfomi Non-Hodgkin, mentre altri studi hanno collegato l’esposizione a questa molecola a una maggiore resistenza agli antibiotici in ceppi di Escherichia coli, Salmonella e altri batteri.
Un’altra molecola sotto osservazione è il tetraclorvinfos, pesticida vietato nell’Unione Europea ma ancora in uso in altri Paesi come antiparassitario per animali domestici. Studi scientifici hanno evidenziato forti indizi di cancerogenicità negli animali. L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro ha classificato il tetraclorvinfos come “potenzialmente cancerogeno per l’uomo” e sufficienti elementi dimostrano la cancerogenicità di altre sostanze della stessa famiglia negli animali. Particolarmente a rischio sono gatti e cani di piccola taglia trattati con prodotti “spot-on” contenenti questo principio attivo.
Effetti sul sistema immunitario, riproduttivo e neurologico
Oltre al rischio di sviluppare patologie tumorali, l’esposizione cronica o ripetuta agli antiparassitari viene associata a:
- Danni al sistema immunitario: una diminuita capacità di difesa dagli agenti patogeni.
- Danni riproduttivi: riduzione della fertilità maschile, aumento degli aborti spontanei, endometriosi, gravidanze extrauterine e parto prematuro.
- Disfunzioni ormonali: alterazioni della funzione tiroidea e sviluppo puberale precoce, soprattutto nei bambini.
- Aumentato rischio di diabete e obesità: alcune forme di diabete sembrano correlate alla prolungata esposizione ad agenti contaminanti ambientali.
- Deficit cognitivi e disturbi comportamentali, oltre a un aumento delle patologie neurodegenerative nei soggetti esposti a lungo termine.
Gli effetti collaterali acuti in caso di esposizione elevata o accidentale comprendono sintomi neurologici come cefalea, convulsioni, alterazioni dello stato di coscienza e, nei casi più gravi, insufficienza respiratoria. Soprattutto i bambini e gli animali domestici risultano particolarmente vulnerabili agli effetti tossici di queste sostanze, data la maggiore sensibilità del loro sistema nervoso e immunitario.
Strategie di prevenzione e alternative ecocompatibili
La crescente consapevolezza del legame tra antiparassitari e impatti negativi sulla salute ha portato molti consumatori a ricercare alternative più sicure e pratiche di prevenzione efficaci. Alcune strategie suggerite dagli esperti includono:
- Preferire antiparassitari con basso impatto ambientale e brevettati su criteri di sicurezza tossicologica.
- Limitare l’esposizione ai pesticidi attraverso l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale durante l’applicazione e il rispetto scrupoloso delle dosi consigliate sulle etichette dei prodotti.
- Promuovere pratiche agricole come la lotta integrata e la rotazione colturale, minimizzando così la necessità di trattamenti chimici intensivi.
- Scegliere prodotti a base di sostanze naturali come oli essenziali (neem, citronella), polvere di diatomee oppure ricorrere a metodi meccanici o fisici (barriere, trappole, disinfestazione a vapore).
- Per tutti gli animali domestici, informarsi attentamente sugli ingredienti dei prodotti spot-on e, in caso di dubbio, rivolgersi al veterinario per soluzioni personalizzate.
Il ruolo della prevenzione nella tutela della salute
L’adozione di buone prassi preventive, unite a una crescente informazione sui rischi connessi a specifiche molecole, rappresenta l’approccio più efficace per ridurre i pericoli legati agli antiparassitari. Nei contesti agroalimentari italiani, l’attenzione si sta progressivamente spostando verso pratiche di produzione sostenibili e compatibili con la salute pubblica, attraverso la riduzione della dipendenza da sostanze chimiche potenzialmente dannose.
La ricerca scientifica continua a segnalare che persiste la necessità di normative più severe e di una sorveglianza costante sugli effetti a lungo termine di queste sostanze. Nel frattempo, la responsabilità individuale nella scelta e nell’uso degli antiparassitari rimane la prima barriera di difesa per la salute di adulti, bambini e animali domestici.