Non concimare assolutamente le tue piante in questo momento dell’anno: ecco perché

Settembre segna la transizione tra la fine dell’estate e l’arrivo dell’autunno, un periodo delicato per la cura delle piante, sia in vaso che in pieno campo. È proprio in questa fase dell’anno che molti appassionati di giardinaggio si chiedono se sia opportuno concimare. Fornire nutrienti in questo momento – soprattutto con concimi liquidi e ad alto contenuto di azoto – può comportare più rischi che benefici per la salute delle piante, influenzando il loro ciclo biologico e la loro resistenza ai prossimi mesi freddi.

Perché evitare la concimazione a settembre?

Alla fine dell’estate, la maggior parte delle piante perenni da esterno entra gradualmente in una fase di riposo vegetativo. Questo processo è fondamentale per preparare l’organismo vegetale alle basse temperature autunnali e invernali. Stimolare artificialmente la crescita tramite la concimazione in questo periodo rischia di indebolire la struttura delle piante, esponendole maggiormente agli attacchi di parassiti, malattie fungine e agli sbalzi termici tipici dell’autunno e dell’inverno.

Solitamente, la concimazione primaverile (marzo-aprile), seguita da un ulteriore apporto in estate (giugno-luglio), garantisce un adeguato nutrimento per affrontare le fasi di crescita attiva. Invece, da settembre in poi, è consigliato sospendere o ridurre drasticamente la somministrazione di fertilizzanti, specialmente quelli a rilascio rapido, per evitare che le piante continuino a produrre nuovi germogli fragili che non sopravvivrebbero alle gelate.

Effetti negativi della concimazione fuori stagione

Concimare nel momento sbagliato, come all’inizio dell’autunno, può causare alcune problematiche:

  • Produrre crescita fuori ciclo: i nuovi getti sono più teneri e vulnerabili al freddo e agli sbalzi di temperatura tipici dei mesi successivi.
  • Aumentare la suscettibilità alle malattie: il surplus di nutrienti, in particolare di azoto, favorisce lo sviluppo di tessuti vegetali più “appetibili” per funghi e insetti parassiti.
  • Ridurre la resistenza al freddo: le piante non riescono ad accumulare le riserve necessarie per superare il riposo invernale, diventando più sensibili alle gelate.
  • Squilibrare la fioritura futura: la spinta vegetativa fuori stagione può interferire con la programmazione della fioritura della primavera seguente, influendo negativamente sulla qualità e quantità dei fiori prodotti.

Per le specie annuali, invece, il ciclo termina tipicamente dopo la fioritura, quindi non è necessario concimare oltre la raccolta o la fine dell’estate. Le piante sempreverdi d’appartamento, che vivono in un clima controllato, possono ricevere concimazioni regolari, ma anch’esse necessitano di una riduzione di dose e frequenza con l’approssimarsi dell’inverno.

Quali eccezioni considerare?

Esistono sostanziali differenze tra le varie tipologie di piante e il loro ambiente di coltivazione. Le piante orticole annuali andrebbero concimate solo durante la fase attiva di crescita, evitando le somministrazioni superflue a ciclo ultimato. Le piante perenni da esterno, invece, possono beneficiare di una concimazione specifica, a lenta cessione, per rafforzare le radici e migliorare la struttura del terreno in vista della stagione fredda. Questa pratica, però, deve essere usata con estrema moderazione e solo con prodotti adatti.

Un concime organico di qualità, come humus di lombrico oppure letame maturo, può migliorare la fertilità del suolo senza stimolare eccessivamente la crescita vegetativa. Questi fertilizzanti rilasciano lentamente i nutrienti, che saranno disponibili per la pianta nel momento del risveglio primaverile, senza interferire con il ritmo fisiologico.
Al contrario, i fertilizzanti liquidi o ad alto contenuto di azoto sono da evitare, perché accelerano la crescita vegetativa proprio nel periodo in cui la pianta dovrebbe rallentare il proprio metabolismo.

Consigli pratici e buone abitudini

Ridurre dose e frequenza

Se si coltivano piante d’appartamento che vivono in condizioni di luce, temperatura e umidità costanti, può essere utile diminuire dose e frequenza dei concimi da settembre in poi. Ad esempio, dalle somministrazioni settimanali si può passare a quelle mensili, sempre monitorando la salute e la crescita delle piante.

Utilizzare prodotti granulari o a lenta cessione

Per le coltivazioni in esterno, privilegiare fertilizzanti granulari a lenta cessione, evitando la concimazione liquida, permette di non stimolare una crescita fuori stagione. In questo modo, il terreno sarà pronto a fornire nutrimento solo quando la pianta riprenderà l’attività primaverile.

Puntare sulla salute del terreno

Preparare il terreno con compost maturo o humus migliora la struttura e la ritenzione idrica, favorendo l’apparato radicale senza interferire con il ciclo vegetativo. In questo modo, la pianta affronterà il riposo invernale in modo più robusto e si risveglierà con maggiore vigore.

Monitorare le condizioni ambientali

Ricordare che la fase di riposo vegetativo è una protezione naturale contro le condizioni avverse. Fertilizzare durante questo periodo rischia di alterare l’equilibrio fisiologico, causando più danni che benefici. Segui le indicazioni specifiche per ciascuna pianta, monitorando segni di stress, crescita anomala o malattie.

In definitiva, la scelta di non concimare assolutamente le piante da settembre in avanti risponde a una logica di rispetto dei cicli naturali e delle esigenze fisiologiche di ciascuna specie. Sospendere la concimazione durante il passaggio all’autunno consente alle piante di “riprendere fiato” e affrontare con successo il periodo di quiescenza, accumulando forze in vista della nuova ripresa vegetativa primaverile. Una pratica consapevole, parsimoniosa e basata sulle reali necessità di ogni ambiente e di ogni pianta garantirà risultati migliori nel lungo periodo, un giardino più sano e piante pronte ad affrontare qualsiasi sfida stagionale.

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