Chi pratica attività fisica e soffre di reflusso gastroesofageo si trova spesso a dover bilanciare i benefici dello sport con la necessità di evitare il peggioramento dei sintomi. Numerosi studi evidenziano che la relazione tra movimento e reflusso è complessa: l’esercizio moderato può migliorare il quadro clinico, mentre alcuni tipi di sport e modalità di allenamento possono aggravare la situazione con l’aumento della pressione addominale, delle variazioni della motilità esofagea e dei rilasciamenti dello sfintere esofageo inferiore. Questi meccanismi sono fondamentali per capire quali esercizi siano sconsigliati e quali siano, invece, consigliati per chi soffre di questa condizione.
Esercizi che possono peggiorare il reflusso
La principale regola è evitare quelle attività che aumentano la pressione intraddominale o provocano movimenti bruschi e intensi. Di seguito, alcune categorie di esercizi da limitare:
- Sollevamento pesi: L’aumento repentino della pressione nell’addome può favorire il reflusso, rendendo la pesistica e il body building fra le attività più rischiose per chi soffre di questa patologia.
- Corsa intensa: La corsa di resistenza o ad alta intensità può aggravare il problema, soprattutto nei runner, proprio per i movimenti ripetitivi e la sollecitazione del core.
- Sport che prevedono salti: Attività come aerobica ad alto impatto, basket e volley aumentano la pressione addominale in modo significativo durante i salti.
- Nuoto e ciclismo agonistico: Quando praticati ad intensità elevata, queste discipline possono anch’esse aumentare la pressione intraddominale e peggiorare la sintomatologia del reflusso.
Non si tratta solo del tipo di esercizio, ma anche dell’intensità con cui viene praticato: più lo sforzo è elevato, maggiore sarà la pressione nell’addome e quindi la probabilità di sperimentare bruciore o rigurgito acido.
Esercizi consigliati per chi soffre di reflusso
Nonostante le restrizioni, lo sport rimane un alleato prezioso, se praticato nelle modalità giuste. L’attività fisica moderata risulta generalmente ben tollerata e può addirittura dare benefici, grazie alla sua azione positiva sul tono muscolare e sui meccanismi di svuotamento gastrico.
- Camminata a passo sostenuto: Una semplice camminata, magari subito dopo i pasti, aiuta la digestione senza provocare grandi sbalzi di pressione addominale.
- Ginnastica aerobica leggera: Attività come yoga, pilates o ginnastica dolce favoriscono il benessere generale, senza stressare l’addome.
- Ciclismo ricreativo: A bassa intensità, può essere praticato anche da chi presenta sintomi di reflusso, purché si mantenga uno sforzo moderato.
- Nuoto blando: Se non agonistico e non troppo intenso, il nuoto può essere adatto a molte persone affette da reflusso, grazie alla posizione orizzontale e alla bassa sollecitazione degli addominali.
In particolare, esercizi che migliorano la postura e la respirazione possono dare benefici specifici, riducendo la pressione addominale e favorendo l’efficacia della clearance esofagea.
Consigli per gestire il reflusso nello sport
Oltre a scegliere attentamente il tipo di esercizio, bisogna prestare attenzione ai tempi e alle modalità di allenamento. Ecco alcune strategie utili per chi soffre di malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE):
- Mangiare almeno 2-3 ore prima dell’allenamento: Fare sport a stomaco pieno è rischioso; dopo pasti abbondanti, è bene attendere almeno tre ore antes di iniziare la seduta sportiva.
- Preferire pasti leggeri prima dell’attività: Ridurre il contenuto di carboidrati e grassi prima dell’esercizio limita il rischio di sintomi.
- Non allenarsi in posizione supina immediatamente dopo aver mangiato: Lo sport che si svolge da sdraiati dopo i pasti aumenta le probabilità di bruciore e rigurgito.
- Evita il fumo: Il tabacco favorisce il rilascio dello sfintere esofageo inferiore, peggiorando il quadro clinico. La sospensione può ridurre gli episodi di reflusso.
Anche la scelta delle bevande e lo stile di vita sono importanti: meglio evitare integratori energetici con caffeina o altre sostanze che favoriscono l’acidità gastrica, e prediligere un’idratazione costante ma senza eccessi durante le sedute sportive.
Approfondimenti clinici e stile di vita
La malattia da reflusso gastroesofageo è una condizione multifattoriale, nella quale lo sport può svolgere sia un ruolo positivo che negativo. Il passaggio di acido nello stomaco verso l’esofago è favorito da fattori come l’obesità, una dieta troppo ricca e alcune abitudini comportamentali. L’attività fisica può alterare la motilità esofagea e la funzione dello sfintere esofageo, ma se correttamente gestita, rappresenta una risorsa terapeutica insostituibile. Importante è monitorare i sintomi, eventualmente chiedendo consiglio allo specialista per individuare la terapia più efficace, che può includere farmaci antisecretivi e integratori mirati.
Riveste grande importanza il regolare esercizio fisico, che migliora la salute cardiovascolare, favorisce il controllo del peso e aiuta nella gestione dello stress, tutti fattori che possono influenzare il reflusso. Quando il movimento viene adattato alle esigenze personali, in base ai sintomi e alle caratteristiche individuali, si può mantenere uno stile di vita attivo senza rinunciare al benessere gastrointestinale.
Infine, la collaborazione con il proprio medico è essenziale per costruire un piano di attività fisica personalizzato: il controllo periodico dei sintomi, la scelta consapevole degli esercizi e il rispetto dei tempi alimentari e di riposo garantiscono risultati duraturi per chi vuole fare sport nonostante il reflusso gastroesofageo.